mercoledì 16 settembre 2009

Io da grande farò il mafioso. "Quei bravi ragazzi", stasera su Rete 4

Ci sono persone molto gentili col prossimo. Lasciano grandi mance al ristorante, ad esempio. O aiutano persone che vanno da loro in cerca di lavoro o magari di un prestito. Sono sempre ben vestiti, hanno macchine di lusso e orologi che costano quanto un mini appartamento in centro. La loro famiglia li adora, hanno sempre tempo per i loro (tanti) figli e non trascurano nemmeno le amanti. Sono molto religiosi, rispettano le feste, seguono i riti. Proprio dei bravi ragazzi.
Che però rubano e ammazzano. Ma sono sempre brave persone, in fondo.
Un film bellissimo,in cui Scorsese tira fuori una vena da antropologo quasi. Il mondo della mafia è studiato a fondo, analizzato, sviscerato. Sembra quasi un reality sulla vita di mafioso. "Il grande padrino", volendo. E' tutto sullo schermo. Nudo e crudo. Non ci sono giustificazioni, non ci sono tentativi di capire le motivazioni. Non c'è il lieto fine. Non potrebbe esserci.
Un film che a molti potrà sembrare troppo violento. Strano a dirsi.
Strano che un prodotto dichiaratamente finto, riesce a sconvolgere più delle immagini di un TG.
Strano che i morti di questo film sembrino più morti dei morti di mafia, quella vera però.
Merito del talento del regista, certo.
Merito degli attori, che ancora una volta non lasciano dubbi sul perchè loro siano diventati dei "grandi"mentre molti non possono nemmeno sperare di arrivare ai loro livelli (da guardare Joe Pesci che davvero se lo merita tutto l'Oscar che ha vinto con l'interpretazione di questo film).
Colpa, di certo, del nostro esserci abituati alla violenza, tanto da riuscire a guardare il TG delle 13 mentre avvolgiamo i nostri spaghetti al sugo sulla nostra bella forchetta in acciao inox iper splendente.
Lasciamo che Scorsese ci sconvolga allora. Buon reality mafia a tutti.

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