Il romanzo scritto dal giudice Giancarlo De Cataldo narra le storie della "Banda della Magliana" che negli anni di piombo terrorizzò Roma. Il nome con il quale i giornalisti definirono l'organizzazione non viene mai pronunciato, ma sono ben chiari i riferimenti, sia per l'ambientazione che per i nomi dei personaggi.
La serie, affidata all'interpretazione di attori emergenti è di ottima qualità, caratteristica ormai rara per le serie italiane, e riesce addirittura meglio del film di Placido a trasporre le vicende narrate nel romanzo, grazie anche alle possibilità maggiori di approfondimento che vengono date da una serialità di media lunghezza.
Ottima sceneggiatura, ottima la fotografia e ottimo il lavoro di post-produzione; da notare la scelta delle musiche perfettamente adatte al periodo (eccezion fatta per Albachiara, che è leggermente post-datata) e con le quali viene dato vita ad un gioco, simile per molti versi a quello già messo in atto da Kubrik con "Arancia Meccanica".
Chi non avesse capito di cosa parlo, non può fare altro che seguire la serie e attendere le scene dove "Figli delle Stelle" e "Tutto il resto è noia" fanno da sottofondo musicale alle azioni degli interpreti.
Voto complessivo: molto più che buono. Peccato solo per la scelta (incomprensibile, visti gli ascolti su SKY) della seconda serata.
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