lunedì 12 ottobre 2009

Moi, Lolita

Da sempre considerato uno dei mostri sacri per il cinema erotico è "Lolita", film tratto dal romanzo-scandalo di Nabokov.
In giro troviamo diverse edizioni del film, le più famose datate 1962 e 1997, rispettivamente di Stanley Kubrick e Adrian Lyne.
La storia è in realtà una drammatica, dove l'eros (ai limiti della pedofilia) si intreccia con il tormento e la devastazione che solo una grande passione può portare con se. Lolita è una ragazzina di dodici anni per la quale Humbert, stimato professore quarantenne di letteratura francese, perde la testa, al punto di sposarne la madre pur di stare insieme a lei.
La tensione erotica è altissima e costante nel corso della storia ed è trasposta appieno nel film di Kubrick, grazie anche alla sceneggiatura scritta dallo stesso Nabokov oltre che, ovviamente, all'indiscutibile talento del regista.
La Lolita del 1962 perde i tratti della 12enne per diventare una conturbante donnina d'altri tempi, con una sensualità che esplode ad ogni movimento, fino ad arrivare ai massimi storici nella scena (decisamente fetish) in cui chiede ad Humbert di aiutarla a passare lo smalto sulle unghie dei piedi.
Privo di esplicite allusioni al rapporto erotico tra i due protagonisti, il film riesce però a restituire allo spettatore il tormento e la passione che travolge i due amanti, riuscendo a trasmettere a chi guarda un'irrefrenabile desiderio di vivere passioni che lascino senza fiato.
E voi, avete mai vissuto una passione tanto devastante da diventare ossessione? Una passione che graffi l'anima e renda incontenibile il desiderio dell'altro?

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